
Foto di gruppo dopo il trionfo
Per guadagnarsi la prestigiosa finale, si erano superati
il WestHam per 2-0, il Tranmere di Aldridge per 2-1
nella prima trasferta inglese, il Derby a domicilio
per 3-1, per poi pareggiare 2-2 con il Bristol e far
fuori il Bari nella doppia e un po stramba doppia
semifinale tutta italiana (4-1 e 2-2). Quella di Derby
era stata una vittoria che sul piano prettamente cabalistico
non andava presa alla lettera, il BaseballGround di
Derby aveva la fama di essere stregato peggio di un
castello scozzese, per via che era stato costruito
sul terreno di un antico cimitero indù (e pochi
anni dopo la squadra scappò in un nuovo stadio),
invece la finale si sarebbe giocata a Wembley, e insomma
cera il timore di ritrovarsi davanti un Derby
diverso, di fare la fine del Gatto Silvestro quando
insegue un topolino e quando crede di averlo intrappolato
si trova davanti un giovane canguro che lo gonfia
di botte. Però quella sera a Sunderland il
Derby si era confermato squadra sumisura per essere
fatta a fette da Dezotti, da Tentoni, da Florjancic
che già gliene aveva segnati due a domicilio
e loro non si capacitavano che non fosse titolare
in campionato. I giorni di vigilia furono sereni,
sotto sotto cera uneccitata sicurezza
di nonostante i quarantamila tifosi inglesi in pellegrinaggio
al tempio del loro calcio.Un migliaio i cremonesi,
con le sciarpe al collo il canto in gola il sogno
negli occhi. Il Derby era guidato da Marco Gabbiadini,
solido centravanti di genitori bergamaschi, e che
fra laltro gioca (e segna) ancora oggi nel Northampton,
serie C. E Gigi Gualco lo arginò, concedendogli
il minimo, il gol con cui gli inglesi risposero al
vantaggio segnato da Verdelli di testa.

Il
biglietto della finale
Ma quella Cremonese era troppo forte, non la fermarono
il rigore sbagliato da Nicolini la suggestione di quella cattedrale
del calcio lululato dei quarantamila scesi dalle
Midlands. Un altro rigore, e stavolta Maspero non fallì,
palo ancora dellEligio, e gol della sicurezza
di Tentoni. Non segnò Flore, che con otto gol
nelle fasi preliminari aveva steso il tappeto rosso
sotto i tacchetti della squadra. E alla fineVerdelli
salì la scaletta che avevano salito Cesare Maldini
e Bobby Moore, e ricevette la Coppa Angloitaliana dalle
mani di Sir Douglas Hurd, ministro degli esteri del
governo di Sua Maestà. Gli inglesi li chiamano
pezzi dargenteria, i trofei che finiscono
in bacheca. Ebbene, quel pomeriggio nella bacheca di
via Persico finì il pezzo più pregiato,
nel volo di ritorno Luzzara e Simoni coccolavano la
Coppa come una nipotina. E in fondo era un po
così, per la Cremonese che appena tre giorni
prima aveva compiuto novantanni. E che di lì
a pochi mesi avrebbe messo al sicuro la promozione in
serie A, questa volta una promozione non scritta sulla
sabbia. fonte:Cremonese 1903-203
CREMONESE 3 DERBYCOUNTY 1
Cremonese: Turci, Gualco, Pedroni, Cristiani,
Colonnese, Verdelli, Giandebiaggi, Nicolini,
Tentoni (42 st Montorfano), Maspero, Florijancic
(25 st Dezotti). (Violini, Ferraroni,
Lombardini). All. Simoni.
Derby County: Taylor, Patterson,
Forsyth, Nicholson, Coleman, Pembridge, Micklewhite,
Coulooze, Kitson, Gabbiadini, Johnson (36 st
Simpson). (Sutton, Comyn, Hayword,
Stallard).
Arbitro: Velasquez (Spa).
Reti: 11 Verdelli, 23
Gabbiadini, 49 Maspero(rig.), 83 Tentoni